|

|

|

|

|


Autore

Data Notizia
07/02/2022

.....dalla parte del paziente

Il contributo di Marco Trabucchi

 

Questa volta dedico ai nostri tradizionali lettori alcune righe diverse dal consueto.

Infatti, dopo aver per anni scritto nelle newsletter della Fondazione Leonardo su aspetti di carattere generale riguardanti la vita delle persone anziane, oggi descrivo la mia personale condizione di cittadino sofferente, di medico che per una volta si è trovato dall’altra parte.

Ne posso discutere con serenità, perché le motivazioni di salute del mio ricovero in ospedale sono già state superate; voglio però mettere queste osservazioni a disposizione di chi ci segue, sperando che possano essere utili nell’incontro con la malattia, evento che talvolta dobbiamo subire anche se non siamo pronti.

Di seguito approfondisco schematicamente alcune parole chiave di questo “incontro”.

 

Paura: è un sentire che ho già letto altre volte anche nel volto di colleghi di fronte a malattie improvvise. Questa volta è capitata a me, sebbene poi il dovere di curare (autocurarmi predisponendo gli atti più importanti nell’immediato) ha messo da parte le preoccupazioni e le paure. Debbo dire che sono stato preso in carico da medici competenti e molto attenti, che mi hanno fatto capire la giusta entità del problema clinico, con atteggiamento serio e sereno allo stesso tempo. Nessuna banalizzazione: il medico deve capire il paziente, la condizione psicologica, per adattarvi la sua comunicazione, evitando sia di indurre un eccesso di preoccupazione, sia un atteggiamento superficiale, non adatto alla situazione e che rapidamente sarebbe messo in crisi dalle circostanze.

 

Cortesia: di fronte alla debolezza di chi soffre è particolarmente importante la cortesia. Chi afferma che basta la competenza non ha capito nulla dell’animo umano. Se chi cura non è cortese, attento alle piccole cose, disponibile, anche la migliore arte medica perde parte della sua efficacia. Quando una persona è ricoverata in ospedale, in particolare di questi tempi, quando l’accesso dei famigliari è bloccato a causa del covid, l’unico contatto con il mondo è rappresentato dal personale, che ad ogni livello di competenza esercita una significativa vicinanza con il paziente ospite. In questo importante compito deve essere coinvolto tutto il personale, di ogni livello. Ciascuno svolge compiti diversi, con diverse responsabilità, però anche chi pulisce è a contatto per un tempo non breve con il paziente: talvolta basta un sorriso, una battuta serena. La costruzione di una cultura di servizio, che dovrebbe caratterizzare gli operatori a tutti i livelli, è uno dei compiti principali di chi ha la responsabilità di governo di una struttura complessa come un ospedale. Dobbiamo, però, costatare che talvolta la preoccupazione (doverosa) per la manutenzione delle alte tecnologie prevale sul dovere di costruire e di riaggiornare continuamente il sentire condiviso che dovrebbe esser un patrimonio irrinunciabile.

 

Competenza: è ovvio che qualsiasi altra considerazione sarebbe inutile se prima di tutto l’ospedale non mostra attraverso medici, infermieri e oss la capacità di affrontare e di gestire al meglio i problemi del cittadino ricoverato. Chi è reso fragile dalla malattia guarda con occhio indagativo il volto di chi lo cura, pronto a cogliere, con ansia, le nuances dell’espressione di chi sta studiando il suo caso. Il cittadino non ha bisogno di frasi banali di assicurazione; il personale deve adattare, e non sempre è facile, la sua comunicazione al livello culturale e psicologico di chi riceve il messaggio, evitando qualsiasi semplificazione. Nel mio caso, ovviamente, la comunicazione è stata assolutamente adeguata alla mia cultura e alla mia sensibilità (debbo dire, con soddisfazione, che i medici che hanno avuto le maggiori responsabilità cliniche durante il mio ricovero sono stati in passato miei allievi).

 

Un percorso condiviso: devo dire che nei brevi giorni della degenza mi sono sempre sentito partecipe di un percorso condiviso, che doveva portare al superamento dell’evento negativo e alla costruzione di un programma di cure adeguato alla condizione clinica. Mi sono sempre sentito parte importante di questo percorso. Sebbene sia conscio di essere stato un ospite privilegiato dell’ospedale, non ho mai avuto la sensazione di essere indirizzato su strade che non conoscevo, senza che potessi capire il senso degli atti che la grande macchina di un ospedale costruiva attorno a me. Ripeto: sono conscio della mia situazione fortunata, però coinvolgere il malato e la sua famiglia in un percorso condiviso è utilissimo, anche al fine di accelerare il superamento delle situazioni che hanno imposto il ricovero.

 

Sono solo poche, brevi considerazioni che spero possano essere utili per i nostri lettori, perché la malattia e l’eventuale ricorso all’ospedale non siano vissuti come l’ingresso in un tunnel oscuro, ma come un percorso vitale, dove conserviamo la nostra autonomia e la capacità di decidere per il nostro futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Tratto dall’articolo )

Tutto il materiale e le informazioni presenti in questo Sito Web sono protetti dal diritto di copyright, ossia dal diritto di proprietà e tutti i contenuti del sito appartengono esclusivamente a Fondazione Leonardo. Tali contenuti possono includere immagini, fotografie, illustrazioni, testi, inserti video e audio, disegni, logotipi e marchi di fabbrica. Tutti i diritti sono riservati.

Cohusing: per la diffusione in Italia di uno stile di vita collaborativo

Il cohosuing è una forma solidale di vicinato in cui partecipanti di diverse età condividono spazi e risorse per fare del bene collettivo. 

Cohousing non è solo abitare assieme. Esempi di cohosuing sono la manutenzione delle aree verdi, l'accoglienza delle persone fragili, la gestione dei bambini e le aree di ristoro condivise.

 

 

RSA: normativa stringente ma penalizzante per ospiti anziani

Le problematiche causate dalla lunga pandemia Covid hanno costretto i dirigenti delle RSA a limitare al massimo le visite parentali causando gravi disagi agli ospiti. Secondo gli addetti ai lavori, sostenuti da familiari e comitati dei parenti degli ospiti delle residenze, il tanto atteso via libera non coincide con la realtà dei fatti.

Per Sebastiano Capurso, presidente di Anaste, Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età, i comitati hanno perfettamente ragione a protestare, pur rimanendo una necessità assoluta, quella di occuparsi degli anziani più fragili, ricoverati in rsa.

Ultimi inserimenti in Notizia

 

Il 21 ottobre 2022 è stato avviato  a Cicala (CZ) un innovativo progetto rivolta ai malati di Alzheimer denominato  “CasaPaese" .

 

Scritto da Dellavedova Antonella il 11/11/2022

Parola chiave: Malattia di Alzheimer, Villaggio Alzheimer

 

Alexa, lo strumento vocale di Amazon, è stato perfezionato e sperimentato al fine di essere utilizzato come ausilio dedicato alla persone anziane.e ai loro caregiver, consentendo ai residenti delle RSA di rimanere sempre connessi, informati e intrattenuti.

 

Scritto da Desanti Gianni il 22/12/2022

Parola chiave: Tecnologia

 

L’Italia è un Paese con un alto processo di invecchiamento: gli over 65 anni , che oggi rappresentano il 23% della popolazione, potrebbe raggiungere il 35% entro il 2050.

L’invecchiamento in salute è quindi un tema di grande attualità. Da qui una serie di consigli e suggeriti dagli esperti.

 

Scritto da Enza Mathieu il 15/06/2022

Parola chiave: Atteggiamento verso invecchiamento

Visualizza altri Notizie In archivio sono presenti 6740 Notizie

Inviaci le tue notizie

Puoi segnalarci: progetti, convegni, seminari, tutto ciò che può interessare chi si interessa della vita in età anziana.

Iscriviti alla newsletter

Resta sempre aggiornato e ricevi le più importanti notizie della settimana.