Il Pnrr ha stanziato fondi per lo student housing e per colmare il gap tra domanda e offerta di abitazioni di qualità, ma non può dirsi la stessa cosa per l’altra “gamba” della cosiddetta residenzialità alternativa, il senior housing e tutta la galassia di residenze per anziani e fragili, autosufficienti e non. Una prospettiva lasciata all’iniziativa del libero mercato nel Paese più vecchio d’Europa.

In Italia, ci sono oltre 7.800 residenze assistite e case di cura, di cui l’83% private. E sono quasi tutte al Nord, tra Lombardia, Veneto e Piemonte. Pochi posti letto e poche strutture, perlopiù sature.

In carenza di investimenti pubblici, i privati si dimostrano interessati a investire nel settore, che garantisce attualmente rendimenti che vanno dal 5,3% dell’healthcare al 5,5% del senior living. C’è quindi un premio rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Stiamo anche assistendo a un’aggregazione degli operatori in Gruppi più strutturati che non solo desiderano investire equity ma anche entrare nella gestione sotto l’aspetto operativo. Si tratta di passare dall'attuale copertura dei bisogni rimasta intorno al 2% ad un ottimale 5% entro il 2035.