Secondo il 26° rapporto Istat sulla situazione del paese, quest’anno sulle reti e le relazioni sociali, chi ha più di 70 anni e si dedica all’impegno sociale è più soddisfatto rispetto ai ventenni.

Nel capitolo su Associazionismo e benessere emerge che chi decide di impegnarsi nel volontariato manifesta un appagamento dei propri bisogni soggettivi e una crescita del benessere, soprattutto perché l’appartenere a gruppi e strutture associative arricchisce la “rete di relazioni interpersonali e gli scambi sociali” e soddisfa il bisogno di socialità. In altre parole, impegnarsi nel volontariato promuove quello che viene definito invecchiamento attivo.

Dall’indagine emerge, inoltre, che la maggior parte di coloro che dichiarano maggiore soddisfazione nello svolgere attività solidali siano le persone con risorse economiche scarse o insufficienti, dalle casalinghe alle persone in cerca di lavoro o con un basso titolo di studio, confermando come fare volontariato abbia ricadute positive soprattutto nelle persone a rischio di marginalità.