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www.neodemos.info
10/03/2020

Covid-19: gravissimo, ma non è l'Angelo Sterminatore

Neodemos, foro di osservazione, analisi e proposte delle tendenze in atto, con l’articolo di Massimo Livi Bacci approfondisce la natura del virus Covid-19, le sue conseguenze sulla salute, la letalità, le politiche sanitarie per debellarlo o contenerlo.

Gli ultimi dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile decretano che i casi di contagio accertati nel nostro Paese sono in proporzione alla popolazione superiori a quelli registrati in Cina.  

In questi giorni l’andamento dei casi continua con una progressione esponenziale, moltiplicandosi, ogni giorno, per un fattore pari a 1,3. Questo andamento è tipico di molti fenomeni epidemici che disegnano nel tempo una curva a “campana”, con una ripida salita iniziale, seguita da un rallentamento fino ad un culmine, raggiunto il quale comincia una discesa con andamento speculare rispetto all’ascesa. Sia in Cina sia in Corea del Sud, Paesi nei quali l’epidemia, si è sviluppata prima che in Italia, i contagi sono in fase di rallentamento e questo, presumibilmente, si verificherà anche da noi.  Quando questo accadrà non è al momento possibile determinarlo, quello che è certo è che dipenderà dal vigore delle politiche che verranno attuate per diluire i contatti tra le persone e contenere così il contagio. Il rallentamento del diffondersi dell’epidemia permetterà alla sanità di organizzarsi e dare tempo ai ricercatori di sviluppare farmaci adatti a combattere il virus e, eventualmente, un vaccino.

Il Covid-19 non è l’Angelo Sterminatore. In Italia nel 2017 (ultimo dato disponibile) i decessi per influenza e polmonite furono 14.035; ad oggi il dato di mortalità per il coronavirus sono inferiori. Nell’80% dei casi c’è una rapida guarigione come per una comune influenza, nel 5% dei casi si richiede una terapia intensiva. Questi dati non devono farci sottovalutare il virus perché esso si diffonde molto rapidamente e lo sforzo del sistema sanitario di fronte all’emergenza è, e sarà, tanto più intenso quanto più invecchiata è la struttura per età della popolazione. L’Italia, dopo il Giappone, è il paese più “vecchio” al mondo: nel 2020 il 7,5% della popolazione ha più di 80 anni.


(Fonte: www.neodemos.info)

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